Rivista Stazione di Posta   Catalogo Esuvia Edizioni   Forum   Contattaci   Iscriviti   Home Page  
Utente
Pass
Vai


STAZIONE DI POSTA Nº63/74 · OTTOBRE 1997

  BASI SEMITICHE DELLE LINGUE INDOEUROPEE

MORDIAMOCI LA LINGUA

Ancora una faticosa e sofferta uscita di Stazione di Posta, per quanto preceduta nel giugno 97 della pregevole monografia, Trieste - Paesaggi della nuova narrativa, curata da Pietro Spirito, ed edita dalla casa editrice triestina Lint in coproduzione con Stazione di Posta. Ma ci siamo ancora, semmai il legittimo timore avesse spaventato qualcuno, forse indistinti nella nuvola di polvere ancorata all'orizzonte di un percorso incerto e accidentato, ma nondimeno suggestivo e serenamente eretico nel dare ascolto a voci che abbiano realmente qualcosa da dire: mai in forme sguaiate o urlando contro il conformismo (che definirlo tale è già fargli un omaggio) con il quale sono affrescate le stanze delle Regge e molte capanne dei Vassalli.

Ed è in questo ambito propositivo che si colloca l'attenzione alla grande avventura di Giovanni Semerano (i due dizionari etimologici di greco e latino dei quali, per gentile concessione dell'editore Leo S. Olschki, pubblichiamo l'introduzione dell'autore) che sveglia con la dimensione della ricerca e la capacità dell'indagine, il sonno profondo di intere generazioni di studiosi, accademici, semplici compilatori di dispense scolastiche, assopite sulla teoria dell'origine Indoeuropea delle lingue classiche e moderne, al contrario di coloro che quella teoria, a torto o a ragione, affermarono con l'ausilio si studi e ricerche pari a quelli spesi da Giovanni Semerano.


Infatti l'ipotesi dell'origine Indoeuropea delle lingue classiche della nostra cultura occidentale, nonchè di altre che nelle classiche annodano la loro genesi, non si sviluppò dal nulla nei secoli diciottesimo e diciannovesimo (e imn quest'ultimo secolo associata all'impetuosa onda romantica che in buona misura ne condizionò gli sviluppi), ma molto prima trovò sostenitori e studiosi che rilevarono affinità fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali tra linguaggi assai lontani nel tempo e nello spazio: le lingue classiche greca e latina furono imparentate al Sanscrito e altre lingue asiatiche già dall'italiano Filippo Sassetti, genuino esempio d'Uomo Rinascimentale nella sua erudita curiosità, che nel sedicesimo secolo individuò profonde somiglianze fra il Sanscrito e l'Italiano pur non avventurandosi in classificazioni non suffragate da rigore scientifico.

Giovanni Semerano, con i due dizionari e con l'introduzione che Stazione di Posta ripropone, demolisce con il peso di un'autorità raccomandata da una ricerca straordinaria sia nella dimensione dell'opera, sia nella capacità intuitiva, la teoria dell'origine Indoeuropea e di contro afferma, con la consapevolezza dei dirompenti effetti in tutte le scienze umanistiche, l'origine Semitica di quel ceppo linguistico che ancora si annida nei nostri moderni linguaggi, accendendo in noi, fin dal primo contatto con l'Opera, quella suggestione, che pur non potendo contare di prove definitive, o forse proprio per questo, vorremmo trasmettere ai lettori di Stazione di Posta.

Dunque se l'ipotesi dello studio di Giovanni Semerano scaverà gallerie nel consolidato Universo degli studiosi, molte teorie sull'antichità, storiche, archeologiche, antropologiche e anche culturali in senso lato, dovranno essere rilette con i dati che emergono dalla ricerca qui riproposta preparando, ove ritenuto necessario, nuove prospettive per squarciare la nebbia che ancora nasconde la storia che precede la Storia.

In questo numero della rivista accogliamo anche un importante saggio dell'amico Giorgio Luti, Immagini dell'America nella letteratura italiana degli anni trenta, la cui lettura, a nostro avviso, aiuta a scoprire le contraddizioni della Letteratura Italiana del Primo e Secondo Novecento, offrendo un'adeguata chiave d'interpretazione anche per la Letteratura Contemporanea, perennemente sballottata tra prevalenze di Significati e Significanti senza quasi mai raggiungere quell'equilibrio che determina e distingue l'Opera d'Arte dalla buona calligrafia come fine assoluto, di contro ai periodici sciami sismici di un realismo apocalittico o minimale che niente ha in comune con la realtà dinamica delle umane passioni.

Poi dei racconti nel tentativo di contribuire a riaccendere interesse per il genere a nostro avviso trascurato anche, e soprattutto, dalle carenze critiche che determinano gli sporadici interventi editoriali in questo particolare motivo narrativo.



NOTA POSTUMA: L'INTERESSE PER LO STUDIO E LA RICERCA DI GIOVANNI SEMERANO, CHE APPUNTO STAZIONE DI POSTA ANTICIPO' NEL 1997, E' IMPROVVISAMENTE ESPLOSO NEGLI ANNI 2001 E 2002 (PER CIRCOSTANZE CHE CI RESTANO IGNOTE) ATTRAVERSO UNA PRESTIGIOSA (PER L'AUTORE) SEQUENZA DI INTERVENTI SUI PIU' NOTI QUOTIDIANI ITALIANI ED ESTERI. PURTROPPO IN NESSUNO DI QUESTI INTERVENTI, NEMMENO PER SBAGLIO, E' STATA DATA LA NOTIZIA CHE QUESTA RIVISTA AVEVA AVUTO LA LUNGIMIRANZA DI APPREZZARE DA SUBITO QUANTO VENIVA ESALTATO IN QUESTI INTERVENTI. NE' L'AUTORE, INGRATO (MA AL QUALE CONFERMIAMO STIMA ED AFFETTO), HA VOLUTO CORREGGERE QUESTE DISTORTE INFORMAZIONI CHE TRASCURAVANO UN SENSO DI FARE RIVISTA, DI FARE CULTURA, CHE CI E' FAMILIARE E CONNATURATO, MA CHE, EVIDENTEMENTE, NON TROVA ADEGUATA ACCOGLIENZA.

PAOLO CODAZZI
Paolo Codazzi
Mordiamoci la lingua
 
Pag.
 
3
 
Giovanni Semerano
Basi semitiche delle lingue indoeuropee
 
Pag.
 
5
 
RACCONTI
 
Giuseppe O. Longo
Il consigliere
 
Pag.
 
71
 
Ugo Riccarelli
Quest'uomo
 
Pag.
 
75
 
Edoardo Bianchini
Le caramelle della signora Rosa
 
Pag.
 
77
 
Athos Bigongiali
Il raggio verde
 
Pag.
 
79
 
Paolo Codazzi
...e improvvisamente volò il giornale
 
Pag.
 
86
 
STUDI E LETTURE
 
Giorgio Luti
Immagini dell'America nella letteratura italiana degli anni trenta
 
Pag.
 
89
 



Pagina Precedente

 
      Rivista Stazione di Posta   Catalogo Esuvia Edizioni   Forum   Contattaci   Iscriviti   Home Page