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STAZIONE DI POSTA Nº45/47 · GIUGNO 1992

  A MAGGIOR GLORIA DI DIO E DELLA SPAGNA

NEL CINQUECENTENARIO DELLA SCOPERTA DELLE AMERICHE

Questo numero di Stazione di Posta, che avevamo progettato molto tempo fa, in pratica si accoda alle molte pubblicazioni fiorite nell’approssimarsi del cinquecentenario della scoperta dell’America. Insistere su Cristoforo Colombo e la imprevedibile meta del suo straordinario viaggio, potrà sembrare pleonastico: nel migliore dei casi antigrafico di quanto è stato scritto da chi ci ha preceduto.

Ma per una volta occuparci di Storia (con il richiamo di tutte le discipline umanistiche che la giustificano), ci è sembrato molto stimolante; e disintossicante dalle recite stantie, dalle inviolabili liturgie della Società Letteraria (alla quale felicemente aderiamo): dove il Pantheon degli Dei è ormai consacrato, autoritariamente codificato; ma anche precariamente contradditorio per questi nostri dinamici anni verso il duemila.
Abbiamo quindi confermato il progetto tematico di questo numero con la consapevolezza di offrire ai lettori (grazie alla qualità dei testi e alla capacità degli autori) un contributo originale per la comprensione degli antefatti e della scoperta che Lopez de Gomara definì “ il più importante avvenimento dalla creazione del mondo, se si escludono l’incarnazione e la crocifissione del Salvatore “.

Motivi di spazio ci hanno impedito di affrontare l’epopea (ascesa, sviluppo e decadenza) delle società precolombiane, che peraltro quasi tutte le pubblicazioni celebrative hanno abbondantemente ignorato.

Se a Cuzco, nell’impero incaico, abitavano quasi trecentomila anime e la rete stradale degli Inca si estendeva per più di quarantamila chilometri (nonostante che queste popolazioni non conoscessero la ruota: ecco, è forse proprio questo il particolare più trascurato!); e se tra gli Atzechi la schiavitù non era ereditaria ma i figli di schiavi nascevano liberi; e se l’anno dei Maya, calcolato astronomicamente, corrispondeva quasi esattamente al nostro: tutto questo avrebbe meritato da parte nostra e di chi ci ha preceduto, ben altra attenzione e maggiore approfondimento.

Invece la celebrazione si è spaccata in due visioni del tutto distinte se non dicotomiche: la mera celebrazione fine a sé stessa, contro l’apocalittica condanna dell’avvenimento che un clima latente di antimperialismo, anni sessanta, ha creduto di conservare.

La verità, al solito, secondo noi, è sempre e comunque una questione di equilibrio: non ci piacciono le esaltazioni celebrative tendenti a distillare soltanto gli aspetti edificanti di un avvenimento, non ci piacciono le decapitazioni da Termidoro permanente.

La storia è come il destino: viene invocata, evocata quanto irrimediabilmente si è già compiuta e spesso le cause e gli effetti sono vichianamente gli stessi pur separati da migliaia di anni. E’ sicuramente dovere dell’uomo. Al di là di tutto, fare in modo che certe cause, certi effetti, non si ripetano tragicamente.
Paolo Codazzi
Il fascino seducente della storia
 
Pag.
 
3
 
Brunetto Chiarelli
Perché Colombo ha scoperto l’America e Montezuma non ha scoperto l’Europa
 
Pag.
 
4
 
Paolo Codazzi
In attesa dell’America
 
Pag.
 
9
 
Brunetto Chiarelli e Roberta Pieraccioli
La Isabella: l’inizio della colonizzazione in America
 
Pag.
 
15
 
Anna Borioni e Massimo Pieri
Maledetto Colombo
 
Pag.
 
20
 
Paolo Collo
Bartolomè de Las Casas
 
Pag.
 
26
 
Bartolomè de Las Casas
Dell’Isola Espanola
 
Pag.
 
34
 
Brunetto Chiarelli
V° Centenario: ricorrenza del più grande genocidio della storia
 
Pag.
 
39
 
Roberta Pieraccioli
L’impatto antropologico della scoperta dell’America; la scomparsa Dei Taino Colombo e i fiorentini
 
Pag.
 
42
 
Stefano De Rosa
“Frutti, gomme et altre bellissime cose delle Indie” Scienza e pittura in
U. Aldrovandi e J. Ligozzi

 
Pag.
 
52
 
Franco Manescalchi
Poesia a Firenze: Mazzoni, Parra, Vierii
 
Pag.
 
57
 
Anna Maria Matute
I bambini tonti (trad. Ubaldo Bardi)
 
Pag.
 
60
 
Tommaso Bueno
La città della pioggia
 
Pag.
 
62
 
Gino Arrighi
Libri, maestri e botteghe d’abaco in Toscana nel Moedioevo
 
Pag.
 
65
 
Giovanni Giuseppe Lunardi
Ilaria del Carretto o Maria Antelminelli?
 
Pag.
 
73
 
Mario Bencivenni
Grazie Kristeller! Alcune riflessioni in margine alla vicenda della pubblicazione delle lettere di Togliatti
 
Pag.
 
83
 
Giovanna Vizzari
Una tavolozza color di foglia secca
 
Pag.
 
87
 
Laura Maria Piazzi
“Pietre di Paragone“ di Marco Marchi
 
Pag.
 
90
 
Walter Nesti
“Aria di confine” di Franco Manescalchi
 
Pag.
 
91
 
Gino Gèrola
“La canonica” di Aldemaro Toni
 
Pag.
 
92
 
Franco Manescalchi
“La creatura e l’ascolto” di Renzo Ricchi
 
Pag.
 
93
 
Giancarlo Pandini
“Romanzi e racconti” di Italo Calvino
 
Pag.
 
94
 



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